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Visita Senologica

ESAME CLINICO – Le premesse introduttive ci danno il senso di ciò che sia effettivamente necessario per poter effettuare quella diagnosi precoce onde garantire un buon margine statistico di guarigione.

 L’esame clinico , anche in mani estremamente esperte , non risponde ai canoni precedentemente riferiti , cioè da solo, non risulta utile per la diagnosi precoce del carcinoma della mammella.

Dotato , com’è , di bassa sensibilità in quanto risulta estremamente difficile mettere in evidenza lesioni al di sotto del centimetro ( anche lesioni di diametro eccedente risultano invisibili, a tale metodica, in mammelle grandi ); e di bassa specificità, non potendo discriminare fra lesioni benigne e maligne con un accettabile margine di probabilità ( se non in alcuni casi come il Fibroadenoma Giovanile che molte volte è anche difficile differenziare da una cisti in tensione ).

In effetti , l’esame clinico, non riesce ad identificare se non tardivamente quelle lesioni, che proprio per la fase avanzata , hanno caratteristiche di fissità, di margini indeterminati etc.

Tale identificazione tarda , nella maggior parte dei casi , porta ad un aggravamento della prognosi quod vitam, risultando inefficace nel centrare l’obbiettivo della prevenzione.

Bisogna però ricordare che alcune volte , piccoli segni , come per esempio piccole introflessioni cutanee , secrezioni siero-ematiche , eczema del capezzolo etc possono essere i primi segni che devono inevitabilmente mettere il senologo in allarme e portarlo ad approfondire le indagini con metodiche di imaging.

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L’Esame Clinico risulta invece importante come parte integrante per l’interpretazione ed il collocamento nell’ambito della variabilità temporale della patologia , ma soprattutto perché rappresenta l’occasione per affrontare con la donna il problema del Ca mammario e quindi stabilire un contatto per una migliore conoscenza del proprio corpo.

Nella Nostra esperienza abbiamo imparato a dare molta importanza all’esame clinico sia nella sua fase anamnestica ( bisogna fare parlare le pazienti molte volte sono loro che “ sentono” che qualcosa non và e ci sanno indicare la strada ) sia nella fase ispettiva , che và eseguita alla luce ed in diverse posizioni onde poter valutare aspetto cutaneo contorni , areole e capezzoli e fare attenzione ad ogni minimo particolare. Sia nella fase palpatoria facendo attenzione ad ogni minimo addensamento.

Ultimo caso emblematico quello di una nostra cara amica E.M che “ sentiva” che qualcosa non andava ma avendo effettuato diversi consulti usciva rassicurata da questi e da una Mammografia mal eseguita e mal interpretata. Ebbene , proprio dove la paziente indicava, abbiamo avuto modo di notare una impercettibile “ retrazione cutanea” che veniva confermata dal successivo esame ecografico. Come si suol dire in questo caso la paziente ci ha indirizzato verso la giusta diagnosi non solo salvandosi la vita ma dando a noi la possibilità di una immensa gratifiazione .

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